ITGI Poseidon: l’Italia un hub del gas (russo) in Europa?

“ll progetto (IGTI Poseidon) consentirebbe all’Italia di diventare un importante hub del gas nel quadrante meridionale dell’Europa”- lo ha dichiarato Marc Benayoun, amministratore delegato della Edison il 24 febbraio 2016, in occasione della firma del memorandum d’intesa per la realizzazione del progetto di gasdotto che porterebbe il gas russo in Italia, attraversando la Turchia e la Grecia.

Ma l’Italia potrebbe diventare davvero un hub del gas nell’Europa meridionale? I presupposti che porterebbero alla realizzazione di questo progetto sono molteplici, anche se il percorso per anni si è rivelato ricco di ostacoli da dover oltrepassare, tenendo in considerazione la molteplicità degli interessi geo-strategici degli attori nella regione.

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Vediamo nel dettaglio in cosa consiste il progetto ITGI Poseidon e gli sviluppi che ha avuto nel corso degli anni. L’Interconnetore Turchia – Grecia – Italia Poseidon è un progetto di trasporto di gas naturale proposto inizialmente nell’ambito del Southern Gas Corridor. Poseidon è un progetto di costruzione del tratto marittimo del gasdotto ITGI, che passando attraverso il Mar Ionio che collega il sistema di trasporto del gas dalla Grecia all’Italia. Fanno parte della ITGI Poseidon S.A. in quota partiaria l’azienda italiana Edison e il Gruppo greco DEPA. La Edison lavora nei settori di procurement, esplorazione, produzione e commercializzazione di idrocarburi, nonché nella distribuzione e commercializzazione di energia elettrica. La DEPA invece è un gruppo industriale impegnato nei settori degli appalti all’ingrosso, commercio e fornitura di gas naturale in Grecia.

Il Southern Gas Corridor, nell’ambito del quale doveva essere realizzato il ramo ITGI Poseidon faceva parte dell’iniziativa della Commissione Europea relativa alla fornitura di gas naturale estratto nelle regioni del Mar Caspio e del Medio Oriente e condotto in Europa, ponendosi come principale obiettivo la riduzione della dipendenza europea dal gas russo, attraverso la creazione di una rete infrastrutturale di gasdotti, capaci di trasportare il gas naturale proveniente dall’Azerbaijan.

Per quanto riguarda l’Italia, l’intento originale consisteva nel coinvolgimento delle compagnie italiane nel Southern Gas Corridor, realizzando l’infrastruttura del gasdotto Trans Adriatico (TAP) insieme alla Grecia e all’Albania. La TAP si sarebbe dovuta collegare alla rete nazionale gestita da Snam Rete Gas, per permettere al gas di raggiungere anche altre destinazioni europee ad esempio l’Austria attraverso la condotta Trans Austria Gas (TAG), l’Europa centrale attraverso l’hub di Baumgarten, la Germania e la Francia attraverso il Transitgas svizzero, il Regno Unito attraverso un accordo tra Snam Rete Gas e Fluxys, e per concludere Croazia, Albania, Montenegro e Bosnia Erzegovina, creando delle connessioni con lo Ionian Adriatic Pipeline (IAP).

Il progetto Poseidon ha una cronistoria complessa, fortemente influenzata dall’evoluzione degli equilibri geopolitici avvenuti nella regione. Il progetto originale di Poseidon risale al 2002, anno in cui la DEPA greca e la Edison italiana firmarono un accordo per la costruzione del gasdotto, che si sarebbe esteso lungo 212 km partendo da Stavrolimenasa in Grecia e arrivando a Otranto in Italia. Nel 2003 fu condotto uno studio di fattibilità per il gasdotto Grecia-Italia. Nel 2005 fu firmato il memorandum di intesa e il conseguente accordo intergovernativo.

Parallelamente nel 2002 fu firmata anche l’intesa tra società turca Botas e la DEPA il 28 marzo, alla quale il 23 dicembre 2003 ad Ankara fece seguito la firma dell’accordo intergovernativo per la costruzione di un ulteriore tratto del gasdotto tra Grecia e Turchia. I lavori di costruzione iniziarono il 3 luglio 2005 con la presenza nella cerimonia inaugurale dei primi ministri Kostas Karamanlis e Recep Tayyip Erdogan. Il tratto fu poi completato e ufficialmente inaugurato il 18 novembre 2007. I lavori di costruzione del tratto che doveva collegare la Grecia e l’Italia al momento non erano ancora avviati, poiché realizzazione del progetto IGI Poseidon era prevista nel 2008 per essere messa in servizio nel 2011. Era previsto inoltre, che il progetto con l’aggiunta del tratto turco (Turchia – Grecia – Italia, TGI) sarebbe stato in grado di competere con i gasdotti Nabucco e South Stream. Lo scontro tra interessi spiega le ragioni che portarono allo stallo del progetto. Già nel 2007, a Bruxelles, i rappresentanti dell’Unione Europea annunciarono che avrebbero intensificato l’impegno finalizzato alla creazione di una nuova rete infrastrutturale di gasdotti in Europa, alternativa ai progetti che avrebbero coinvolto la russa Gazprom. Si trattava del cosiddetto corridoio meridionale, che avrebbe dato priorità ai flussi del gas provenienti dall’Azerbajan e dal Turkmenistan.

Inizialmente il progetto Poseidon fu pensato per portare il gas naturale in Italia dal giacimento di Shah Deniz in Azerbaigian. Tuttavia, si ipotizzava che il gasdotto potesse essere utilizzato anche per la fornitura di gas naturale dal Turkmenistan e dal Kazakistan. La Edison e la Depa comunque sia non potevano prescindere da una collaborazione con la Botas per collegare il sistema di trasporto del gas in Grecia dalla Turchia. Il prezzo del progetto ITGI Poseidon allora era stimato in 950 milioni di euro, considerando che il costo della costruzione del tratto marittimo di del gasdotto sarebbe ammontato a 350 milioni di euro. La Commissione Europea e l’Unione Europea avevano promesso alle aziende avrebbero sostenuto finanziariamente il progetto per la copertura del 40% del totale dei costi di costruzione. Tuttavia il progetto è rimasto sulla carta. A ciò si aggiunsero delle tensioni geopolitiche, dovute al peggioramento delle relazioni greco-turche, a causa delle accuse greche alla Turchia di supporto al terrorismo.

La firma del memorandum a Roma

La svolta curiosa è arrivata a febbraio del 2016, quando a Roma è stato firmato il memorandum d’intesa inerente la fornitura di gas russo proveniente dal Mar Nero confluito in Italia attraverso paesi terzi prima in Grecia e poi dalla Grecia in Italia. La Turchia sembrava essere esclusa dal progetto. Non era invitata alla firma e ciò non sorprende, visto il deterioramento delle relazioni russo-turche in quel determinato momento storico. Alla firma erano presenti il Presidente del Consiglio di amministrazione della “Gazprom” Aleksej Miller, l’amministratore delegato di Edison SpA Marc Benayoun e il CEO di DEPA SA Theodoros Kitsakos. Durante la visita di Alexey Miller a Roma, il vertice russo della Gazprom ha incontrato l’amministratore delegato di Eni S.p.A. Claudio Descalzi. Nel corso dell’incontro è stata affrontata la questione relativa all’ipotesi di aumento del volume delle forniture del gas russo in Italia. In pratica i nuovi equilibri geopolitici hanno influenzato gli sviluppi del progetto Poseidon, accantonato negli anni e ripreso recentemente nella scena geostrategica della Russia, con la quale, attraverso Gazprom, è stato firmato un documento ufficiale che traccia l’obiettivo di realizzare una rotta meridionale per la fornitura del gas russo in Europa, mediante la stessa infrastruttura che paradossalmente fu progettata in origine con lo scopo di ostacolare il ruolo di Mosca nel sistema di sicurezza energetica europeo. Da una parte l’accordo faceva meno delle linee guida rusofobiche della commissione e dall’altro stimolava la Turchia di tornare a compiere delle politiche ragionevoli per non risultare tagliata fuori dai progetti di grande importanza strategica e commerciale. Il progetto ITGI Poseidon, come espressamente dichiarato, nella sua nuova forma ha l’intento di usare nel modo massimale i risultati dei lavori già svolti dalla Edison e dalla DEPA. Per dare continuità agli impegni presi a Roma, il 30 agosto del 2016 Alexey Miller si recò a Milano per incontrare con l’amministratore delegato della Edison Benayoun e discutere ulteriori particolari relativamente alla fornitura di gas in Italia. Questo incontro di Milano avvenne un mese dopo che Erdogan chiese ufficialmente le scuse a Putin per l’abbattimento del Su-24. Il permesso del governo russo alla Gazprom di poter riprendere del progetto Turkish Stream, accantonato dal 2015, arrivò a settembre e già nell’ottobre è stato firmato l’accordo bilaterale in presenza di Putin e Erdogan per la realizzazione del gasdotto Turkish Stream. Nei mesi successivi è arrivata anche la ratifica ufficiale degli entrambi gli stati.

Nel dicembre 2016 invece è stato completato uno studio di fattibilità del progetto Poseidon, considerando che in aprile, il ministro delle risorse energetiche russo Aleksandr Novak specificava che il gasdottto sarebbe stato stato composto da due segmenti: il segmento terrestre avente una capacità di flusso da 9 a 16 miliardi di metri cubi annui e il segmento marittimo collocato nel Mar Ionio avente una capacità di flusso da 10 a 12 miliardi di metri cubi annui. Il percorso che il gasdotto da realizzare sul territorio della Grecia ancora oggi necessita di essere definito nei dettagli.
Tenendo in considerazione i problemi che la Mosca ha dovuto ripetutamente affrontare ogni anno con Kiev a causa delle interruzioni dei pagamenti ucraini, e dovendo quindi risolvere i problemi causati dal furto del gas dai gasdotti ucraini di transito e i conseguenti problemi con i partner europei, la strategia energetica russa in Europa si è sviluppata ricercando nuove forme di collaborazione, per realizzare una fornitura sicura del gas ai propri partner. I giornali ucraini hanno già bollato la rinascita del progetto Poseidon come “la volontà russa di costruire dei gasdotti oltrepassando l’Ucraina”. Da parte europea l’interesse dell’Italia verso la realizzazione del progetto è alto, sopratutto tenendo conto che la realizzazione del Nord Stream e del Nord Stream 2 negli anni passati ha spinto l’Italia verso la periferia tra gli attori energetici europei, spostando sempre più il ruolo di hub energetico principale in Europa verso la Germania. Secondo la dichiarazione del ministro greco Kitsakos il progetto di rinascita ITGI Poseidon rafforzerebbe la sicurezza energetica dell’Europa, grazie alla nascita di una ramificazione supplementare e rafforzerebbe il ruolo della Grecia in qualità di attore importante nella regione – gestore del corridoio per le forniture di gas provenienti da diverse fonti e rotte. L’importanza del progetto russo-greco è sostenuta dai numeri: secondo i dati diffusi da Gazprom, la Grecia ha già aumentato le importazioni di gas dalla Russia del 20,6% nel periodo gennaio-febbraio 2017 rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Se andiamo ad analizzare i dati dell’anno precedente, nel 2016 la Gazprom ha aumentato le sue esportazioni di gas verso la Grecia del 35% rispetto al 2015 – fino a 2,68 miliardi di metri cubi. L’Italia invece è il terzo paese consumatore (secondo tra i paesi UE) di gas russo dopo la Germania e la Turchia. Nel 2015, il volume delle forniture di “Gazprom” in Italia è stato pari a 24,4 miliardi di metri cubi, il 12,6% in più rispetto al 2014. Risulta dunque importante per tutti gli attori in gioco, specialmente in Italia la cooperazione strategica con un produttore affidabile e dotato di grandi giacimenti quale è la Russia, beneficiando dell’ormai antico progetto Poseidon che con un breve tratto consentirebbe all’Italia di divenire essa stessa un hub competitivo.

Quanto è dunque verosimile che il progetto di Poseidon, nella sua nuova forma, verrà portato a compimento? Le previsioni di Elio Ruggeri (vice-presidente di Edison)  sembrano essere fiduciose nel successo di questo progetto. “A differenza di South Stream, che prevedeva la costruzione di un gasdotto attraverso il Mar Nero e poi nei Balcani, che subì l’intervento della Commissione europea per il suo affossamento nel 2014, IGT Poseidon è portato avanti da un consorzio europeo, e i suoi flussi possono essere proposti a una qualsiasi parte interessata: le aziende russe o non russe”. Secondo Miller, il progetto può essere considerato come una delle possibili estensioni del Turkish Stream, che a sua volta potrebbe essere utilizzato per la distribuzione del gas in Europa. Per il momento è certo che la prima tratta del gasdotto servirà a soddisfare il fabbisogno interno turco, mentre i terminali del gas che passerà nella la seconda tratta (15,75 miliardi di metri cubi all’anno) non sono ancora stati determinati. Vista la situazione creatasi a causa dell’ingerenza della Commissione Europea nelle decisioni della Bulgaria durante realizzazione del South Stream, per la Russia è di fondamentale importanza assicurarsi che l’Unione Europea stabilisca delle decisioni chiare riguardo volontà di collaborazione una volta deciso di realizzare il Turkish Stream.

Quanto dichiarato dal ministro delle risorse energetiche russo Aleksandr Novak, a seguito dell’incontro bilaterale russo-turco avvenuto a Mosca il 10 marzo 2017, la costruzione della prima linea del Turkish Stream comincerà ad essere costruita nell’estate dello stesso anno. Sempre nel corso dell’incontro bilaterale è stato stabilito che la compagnia AllSeas, con la quale è stato stipulato un accordo di programma, si occuperà della realizzazione della seconda linea del gasdotto, adoperando per la costruzione le più avanzate tecnologie.

“Сi vorranno due anni per realizzare il progetto del gasdotto ITGI Poseidon e tre anni per costruirlo“ ha spiegato ai giornalisti Elio Ruggeri a margine della conferenza petrolifera CERAWeek, svoltasi a Huston tra il 5 e il 8 marzo 2017. “La capacità del flusso del gasdotto è stimata da 10 fino a 20 miliardi di metri cubi l’anno. Stiamo continuando a trattare con la Gazprom e siamo pronti a iniziare lo sviluppo per poi prendere una decisione inerente gli investimenti per poi passare alla realizzazione fisica delle infrastrutture” ha aggiunto Ruggeri.

Ecco qui che abbiamo ripercorso la storia del progetto ITGI Poseidon, seguendo la storia dei suoi sviluppi in modo cronologico. Sarà la volta buona in cui la Russia riuscirà di far arrivare il proprio gas in Italia, e che questa a sua volta sfrutti la sua posizione del cuore del Mediterraneo per diventare un hub del gas in Europa? Ce lo auguriamo, confidando nel buonsenso politico di tutte le parti coinvolte.

Irina Osipova